CONTROVERSES NUCLEAIRES !
Mafia italienne et nucléaire...

2009
5) Centro Enea della Trisaia (Matera): Pm archivia inchiesta durata 10 anni su rifiuti radioattivi

http://www.blitzquotidiano.it/
19 ott.

     Due presunti traffici illeciti: uno, dall'Italia verso Paesi del Medio Oriente di armi e materiali strategici; l'altro, dall'Italia verso la Somalia di rifiuti radioattivi, con protagonisti agenti segreti di mezzo mondo e esponenti della criminalità organizzata. Lungo questo duplice binario si è sviluppata l'inchiesta del pm della Direzione distrettuale antimafia di Potenza Francesco Basentini, legata alle attività nucleari svolte in passato nel Centro Enea della Trisaia di Rotondella (Matera).
     L'attività investigativa non ha del tutto cancellato i sospetti di presunti illeciti, ma neppure ha permesso di raccogliere prove significative, per cui il pm ha firmato alcune settimane fa una richiesta di archiviazione – le cui motivazioni si sono apprese ora – per otto ex dirigenti del Centro Enea della Trisaia e tre esponenti del clan Musitano della 'ndrangheta.
Nel corso delle indagini, cominciate dieci anni fa – come emerge dalle motivazioni della richiesta di archiviazione – il pm Basentini ha avuto contezza (soprattutto da Guido Garelli, uno 007 che lavorava per un'intelligence straniera) della presenza, negli anni ottanta, in Basilicata di agenti segreti del Regno Unito, della Cia, del Mossad israeliano e del Sismi, i quali spiavano le attività nucleari che avvenivano nel Centro, ipotizzando un'esportazione di armi, tecnologie e materiali strategici in particolare verso Iraq e Pakistan.
     Il pm ha, inoltre, raccolto testimonianze su un presunto traffico di rifiuti radioattivi, che – con l'intervento della 'ndrangheta – sarebbero stati, in parte, trasportati, a bordo di navi, in Somalia e, in parte, inabissati in mare a bordo di imbarcazioni fatte affondare. Gli approfondimenti investigativi svolti dai Carabinieri per la tutela dell'ambiente e dal Corpo Forestale dello Stato e le consulenze tecniche sulle attività del Centro Trisaia, tuttavia, non hanno consentito di andare al di là dei sospetti.
     Anche le dichiarazioni del pentito della 'ndrangheta Francesco Fonti – lo stesso che di recente ha consentito di localizzare nel mar Tirreno una sospetta ”nave dei veleni” – sono risultate prive di riscontri, non essendo stati ritrovati fusti interrati nei siti da lui indicati. Nel chiedere l'archiviazione delle indagini, il pm Basentini ha osservato che a quasi 30 anni di distanza,«è oggettivamente quasi impossibile ricostruire fedelmente cosa i vari organi, i tecnici e i soggetti titolari della politica nucleare abbiano fatto all'interno del Centro Trisaia nel corso degli anni».


http://www.ansa.it/
Traffici da Italia verso Mo? 007 spiavano sito
Gli 007 spiavano il centro Enea di Trisaia di Rotondella nel Materano
18 ottobre, 17:50

     ROMA - In primo piano le attività nucleari svolte in un sito italiano e il sospetto di traffici illeciti di armi e materiale strategico e di rifiuti radioattivi; sullo sfondo, lo spionaggio svolto da agenti segreti di mezzo mondo intorno a quel luogo; nel mezzo, gli interessi della 'ndrangheta per il business legato a quel traffico illecito. Sembra la trama di un film di spionaggio ed, invece, e' il contenuto di un'inchiesta svolta dal pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza Francesco Basentini che ha riguardato il Centro Enea Trisaia di Rotondella (Matera), dove, a partire dagli anni settanta, è avvenuto il riprocessamento di combustibile nucleare. In quel centro del materano, riconverito ad attività di ricerca per l'ambiente e l'agro-alimentare, sono tuttora presenti, con elevato livello di protezione, 64 elementi di combustibile irraggiato, mai trattati, provenienti dal reattore nucleare americano di Elk River.
     L'inchiesta giudiziaria ha determinato una richiesta di archiviazione (tuttora all'esame del gip) per diverse persone, compresi alcuni dirigenti del Centro, succedutisi negli anni, ed esponenti della 'ndrangheta: gli accertamenti - si rileva dalle motivazioni del provvedimento - non hanno consentito di raccogliere prove, ma neppure di fugare i sospetti, sia per quanto riguarda l'ipotesi di traffico di armi e materiali strategici (in particolare plutonio, elemento base della bomba atomica, che l'Enea sostiene di non aver trattato nel Centro), sia per quanto riguarda il traffico di rifiuti radioattivi attraverso le cosiddette "navi dei veleni".
     A quasi 30 anni di distanza - ha osservato il pm Basentini - "é oggettivamente quasi impossibile ricostruire fedelmente cosa i vari organi, i tecnici e i soggetti titolari della politica nucleare abbiano fatto all'interno del Centro Trisaia nel corso degli anni" L'indagine ha fatto riemergere particolari già conosciuti su vicende note (tra le quali l'omicidio della giornalista Ilaria Alpi); ma, soprattutto, l'interesse dei servizi segreti di diversi Paesi per le attività nucleare che avvenivano nel Centro della Trisaia. A parlare al magistrato dell'intrigo internazionale è stato Guido Garelli, il quale ha detto di essere stato 'ammiraglio' di un non meglio precisato esercito dell'Autorità Territoriale del Sahara Occidentale e 'dignitario' di un servizio d'intelligence che avrebbe operato nell'interesse del Regno Unito, con base a Gibilterra.
     In possesso di tripla cittadinanza - iugoslava, italiana e del Sahara Occidentale - egli, proprio per conto dell'intelligence del Regno Unito, avrebbe spiato le attività del centro Enea di Rotondella, nel periodo durante il quale si svolgevano attività di ricerca e scambio informativo in ambito nucleare da parte dell'Italia e di Paesi mediorientale, con stages di tecnici iracheni e pakistani che frequentavano il centro. Gli anglosassoni - a dire di Garelli - ipotizzavano l'esportazione di armi, tecnologie e materiali radioattivi dall'Italia verso il Medio Oriente, che avrebbe consentito a Paesi di quell'area - Iraq e Pakistan in particolare - di dotarsi di armi nucleari. Garelli, peraltro, non sarebbe stato il solo a condurre attività informativa sul sito nucleare, in quanto - è emerso dalle indagini - anche la Cia, il Mossad e il Sismi (strutture di spionaggio rispettivamente di Stati Uniti, Israele e Italia) hanno svolto analoghe attività di intelligence per monitorare l'eventuale trasferimento di materiale strategico nei Paesi mediorientali. Ma il Centro della Trisaia non avrebbe interessato solo gli 007. Ha raccontato il pentito della 'ndrangheta Francesco Fonti (che di recente, con le sue dichiarazioni, ha fatto ritrovare nel mar Tirreno il relitto di una nave probabilmente carica di rifiuti) che il clan Musitano, che operava nella Locride, si sarebbe servito dello stesso Fonti per mantenere i contatti con il Centro di Rotondella, nel quale sarebbero stati stoccati moltissimi fusti contenenti scarti di lavorazioni di materiale radioattivo.

(suite)

suite:
     La gran parte di quei fusti, con l'intervento dello stesso Fonti - ha raccontato quest'ultimo - sarebbero stati poi caricati a bordo di navi, con destinazione Somalia. Un'altra parte di quei bidoni sarebbe stata interrata in alcuni siti a ridosso della statale 407 "Basentana", nel materano. I riscontri operati dai Carabinieri del nucleo tutela ambiente alle dichiarazioni di Fonti e di Garelli hanno dati risultati di segno opposto: nei siti materani indicati dal pentito della 'ndrangheta non e' stata trovata traccia dei fusti interrati; le dichiarazioni di Garelli hanno, invece, trovato diversi riscontri, uno addirittura insperato. Egli ha raccontato che una sera, sul finire degli anni ottanta, in occasione di una delle missioni in Basilicata per conto dei servizi segreti inglesi, era rimasto in panne alla periferia di Potenza mentre era a bordo di una Fiat Croma targata ETS 015 EM (ETS indicava Excercite Territoriel du Sahara). La vettura - ha riferito - era stata depositata in un impianto di un soccorso stradale ubicato nella periferia del capoluogo lucano per essere avviata alla demolizione. Quasi 20 anni dopo, i carabinieri hanno individuato quell'impianto e, quasi increduli, hanno avuto in consegna dal titolare una targa straniera: ETS 015 EM.
http://www.abystron.org/
19 ott.
Basta veleni, sabato 24 manifestazione ad Amantea
     «Nessuno ci deve più imbrogliare, basta veleni». Le popolazioni della costa tirrenica calabrese si mobilitano per chiedere la verità sulle navi di rifiuti tossici e non solo. E per questo organizzano una manifestazione nazionale ad Amantea, in provincia di Cosenza, per sabato 24 ottobre. I problemi della zona, come dimostrano le cronache di questi giorni, sono tanti. Nella valle del fiume Oliva c'è un tasso fortissimo di radioattività, Crotone è inquinata da materiale tossico proveniente da una fabbrica dismessa e mai bonificata, a Praia a Mare è stato accertato un elevato numero di tumori. Infine la nave dei veleni affondata al largo di Cetraro.
     Disastri ecologici accertati che hanno fatto muovere la popolazione per chiedere al governo non rassicurazioni, ma verità provate e dimostrate.
     «Vogliamo che si faccia presto, perché la nostra salute è ad alto rischio e sull'economia vi saranno ricadute negative pesantissime», dicono gli organizzatori. Che, attraverso la mobilitazione, fanno delle richieste ben precise. Innanzitutto che il governo dichiari lo stato d'emergenza per tutto il territorio contaminato e che siano indennizzati i pescatori e le categorie che vivono di turismo. Ma - proseguono gli organizzatori - vogliamo anche chiarezza su quello che riguarda la nostra salute, cioè un'analisi epidemiologica su tutta la costa tirrenica, il recupero delle navi Cunsky e Yvonne con il loro carico tossico e radioattivo e la bonifica di tutti i luoghi inquinati. Inoltre dovranno essere riaperte le inchieste riguardanti i disastri ambientali, tra cui quella sulla Jolly Rosso, e fare chiarezza sulla morte sospetta del capitano Natale De Grazia. Nella loro lotta i comitati organizzatori chiedono di non essere lasciati soli dalle istituzioni. «I sindaci, in particolare, devono vigilare uniti contro ogni tentativo di sottostimare il pericolo e di rabbonire le popolazioni senza ragion veduta».
     La manifestazione, che ha l'adesione del «manifesto», è organizzata tra gli altri da Legambiente, Wwf, Cgil nazionale, Cisl e Uil Calabria, Federconsumatori. L'appuntamento è per sabato 24 ad Amantea, alle ore 9, con partenza dal piazzale Eroi del mare sul lungomare Natale De Grazia. L'appello è per una partecipazione massiccia.
Fonte: ilmanifesto.it di Va.Pi (14 ottobre 2009)
http://www.wwf.it/
http://www.wwf.it/(.pdf - 12 pages)

Le navi dei veleni

Cronistoria di un intrigo internazionale - Le proposte di Legambiente e WWF

Roma, 29 settembre 2004
( ... )
     Legambiente nazionale il 2 febbraio 1996 nel dossier dal titolo significativo “L'intrigo radioattivo” nel capitolo 2. Scenari internazionali e misteri italiani” cita i seguenti dati di fatto relativi alle vicende in corso in quegli anni: le attività della società ODM (Oceanic Disposal Management) e del suo principale artefice, Giorgio Comerio, proseguono indisturbate, e anzi sembrano in una fase di ulteriore sviluppo, nonostante i gravi sospetti alla base delle indagini in corso in Italia e la censura già scattata in sede internazionale da parte dell'organismo di controllo della London dumping convention (che vieta gli smaltimento in mare di rifiuti radioattivi);
     la società ODM sembra aver indirizzato le proprie attività verso Paesi, soprattutto quelli dell'ex Unione sovietica, che già presentano serissimi problemi per quanto riguarda il controllo delle attività nucleari, e verso Paesi africani che sembrano già essere candidati a ospitare i nuovi cimiteri di rifiuti radioattivi;
     la società ODM indica tra i siti ideali di smaltimento, una zona immediatamente a ridosso della costa della Somalia, Paese già al centro in Italia di inchieste sia giudiziarie che parlamentari per le vicende connesse agli scandali sulla cooperazione e ai traffici d'armi;
     oltre alle navi su cui indaga la magistratura di Reggio Calabria esistono altri relitti affondati nel Mediterraneo, dall'Adriatico, a ridosso delle coste jugoslave, al basso Ionio, sulle quali non è in corso alcuna attività di indagine, né da parte dei governi interessati, né da parte di organismi internazionali;
     nessuna verifica è stata svolta, sempre in sede internazionale, circa i reali rapporti tra la ODM e alcuni governi europei e/o enti di gestione di attività nucleare ( in particolare la Svizzera, l'Austria, la Francia, il Belgio, l'Inghilterra, la Germania );
     i presunti traffici internazionali di rifiuti, con relativi affondamenti in mare, hanno avuto inizio almeno a partire dal 1987; non si è a conoscenza di nessun accertamento da parte dei servizi di sicurezza italiani (Sismi e Sisde) il ché lascia aperte due ipotesi: inefficienza degli stessi oppure la segnalazione di queste attività agli organismi competenti senza, però, alcun esito;
     le denunce circostanziate da parte sia dei magistrati di Reggio Calabria che di Catanzaro sui tentativi di intimidazione e sulle attività di controlli illegali di cui sono stato oggetto (verosimilmente da parte di soggetti legati ai servizi segreti) non hanno avuto, finora, alcun
esito;
     Legambiente ha già denunciato i forti sospetti circa un ruolo diretto di clan della criminalità organizzata, in particolare della 'ndrangheta, sia nei traffici internazionali di rifiuti radioattivi, che nelle attività logistiche connesse all'affondamento delle navi; identica segnalazione, secondo quanto pubblicato