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Enzo Mangini
L'associazione ambientalista rileva che le
coordinate del relitto ispezionato dalle telecamere inviate dalla Regione
Calabria sono diverse da quelle della motonave Catania, che secondo il
ministro dell'ambiente e il procuratore nazionale antimafia avrebbe invece
«chiuso» il caso.
Lo sa chiunque vada per mare: bastano pochi
primi e pochi secondi, sulle coordinate di una carta nautica, per fare
una grande differenza. In questo caso, la differenza tra la verità
e la frettolosa dichiarazione di «caso chiuso».
In una lettera inviata questa mattina al ministro
dell'ambiente Stefania Prestigiacomo e al procuratore nazionale antimafia
Piero Grasso, è il Wwf a contare primi e secondi. Il risultato è
che le coordinate non coincidono. Secondo i rilevamenti dell'associazione
ambientalista, infatti, il relitto ispezionato un mese fa dalle telecamere
inviate dalla Regione Calabria su indicazione della Procura di Paola, in
provincia di Cosenza, si sono immerse nel punto individuato dalle coordinate
39 gradi, 28.50 primi nord e 15 gradi, 41.57 primi est. La Mare Oceano,
l'unità mandata dal ministero dell'ambiente, invece, ha immerso
le sue sonde a 39 gradi, 32 primi nord e 15 gradi, 42 primi est. Lì
sotto, appunto, c'è il relitto della motonave Catania, silurata
da un sottomarino tedesco durante la prima guerra mondiale. E si sapeva
che il relitto era lì, tanto che – come riportato da molti media
– il relitto era segnalato sulle carte nautiche della marina militare tedesca
e dell'ufficio idrografico del Regno Unito, praticamente la massima autorità
mondiale in materia di carte nautiche.
Tradotto in distanze lineari, la differenza
di coordinate vuol dire che tra i due punti ci sono circa tre miglia marine
e mezzo. Cioè 6 chilometri e mezzo. Un errore difficile da fare
con gli strumenti di posizionamento satellitare esistenti oggi a bordo
anche delle barche dei naviganti della domenica. In sostanza, le sonde
della Regione Calabria hanno visto un relitto diverso da quello visto dalle
sonde della Mare Oceano e i dubbi erano emersi già quando sono state
diffuse le immagini della perlustrazione sottomarina ordinata da ministero
dell'ambiente e procura nazionale antimafia.
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Per questo, la dichiarazione di «caso chiuso» a proposito
della vicenda della nave dei veleni affondata davanti le coste di Cetraro
è sembrata quantomeno frettolosa, in mancanza di verifiche più
precise sui relitti e soprattutto sul contenuto delle loro stive.
«Siamo
stati i primi a gioire delle risposte rassicuranti da voi venute in occasione
della conferenza stampa del 29 ottobre scorso, ma siamo convinti che l'unico
modo per superare ogni equivoco sia quello di approfondire nel modo più
trasparente possibile le analisi dei relitti – dichiara il Wwf nella lettera
inviata a Prestigiacomo e Grasso – Per questo il Wwf chiede una perizia
pubblica comparata, a cui possano assistere esperti nominati dalle associazioni
ambientaliste, tra i due video girati dal Rov della nave 'Coopernaut Franca'
della società Nautilus cha ha agito su incarico della Regione Calabria
e dell'Arpacal [Agenzia regionale protezione ambiente] e dal Rov della
nave ‘Mare Oceano' della società Geolab incaricata dal Ministero
dell'ambiente nonché di tutte le informazioni riguardanti le zone
di operazione [a partire dalle coordinate dei due punti nave ] e
le caratteristiche tecniche del naviglio rilevato». Il Presidente
del Wwf Italia, Stefano Leoni, ha ribadito l'urgenza di una perizia pubblica
comparata che possa cancellare ogni dubbio e accertare appieno la verità
sull'identità e il contenuto della nave affondata a Cetraro.
L'associazione ambientalista, che da anni
lavora sui dossier delle cosiddette «navi a perdere» ha denunciato
in passato molte volte la reticenza di alcuni apparati dello Stato rispetto
all'evidenza del traffico internazionale di rifiuti pericolosi e radioattivi,
connesso con il traffico di armi. Una reticenza che, dopo l'esplosione
del caso Cunsky, rischia di diventare molto sospetta, specialmente quando
i motivi per dubitare delle dichiarazioni ufficiali si possono misurare
in gradi, primi e secondi. |